Unire mondi diversi ma correlati all’interno dello stesso settore, per generare un confronto produttivo e affrontare le sfide attuali: vogliamo sintetizzare così l’essenza del workshop dedicato alle infrastrutture, organizzato dal Laboratorio Dismat e giunto alla sua quarta edizione.
Tenutosi a Canicattì (AG) dal 12 al 14 Giugno, ha rappresentato un punto di incontro cruciale per professionisti e accademici del settore di tutta Italia, che si sono confrontati e hanno arricchito l’evento con un dibattito attivo e autentico.
Connettere competenze per trovare soluzioni
L’obiettivo primario è stato identificare approcci e soluzioni a problematiche comuni, superando l’approccio reattivo. Come spiegato da Carol Li Calzi, sperimentatore Dismat e anima pulsante dell’evento:
L’intento è mettere sul tavolo argomenti da punti di vista differenti per individuare metodi risolutivi che possano essere divulgati e diventare di uso comune, anziché risolvere i problemi ‘sul momento’ in cantiere.
La promozione di una visione trasversale e coordinata delle infrastrutture e del suo monitoraggio apre di fatti ad un’ingegneria moderna che si alimenta di supporti diversi e competenze variegate: dall’ingegneria informatica all’elettronica per il monitoraggio, fino alla statistica per l’elaborazione dati. Da qui ne deriva l’importanza di comporre una platea di tecnici assortita con variegate competenze e profili di responsabilità giuridica.
A rappresentanza di un parterre autorevole e multidisciplinare, hanno contribuito al confronto docenti e rappresentanti di tutti gli atenei siciliani, il Politecnico di Milano, ANSFISA, l’Università “Federico II” di Napoli, Uni Sannio, il Politecnico di Torino, l’Associazione Master (coorganizzatrice dell’evento), PoliMarche, Uni Sapienza di Roma, partner tecnici e aziende tecnologiche del settore.
I temi: dalla progettazione alla chimica del degrado
Ogni anno il workshop approccia un tema specifico, e la quarta edizione ha posto un focus totale sulle infrastrutture. Questa scelta non risulta casuale, bensì motivata dall’orizzonte della prossima posa della prima pietra del Ponte sullo Stretto di Messina.
Gli interventi si sono articolati attorno all’importanza della progettazione e del monitoraggio delle infrastrutture.

ING. CAROL LI CALZI – SPERIMENTATORE DISMAT
“Comprendere le infrastrutture”
“Nel monitoraggio è fondamentale avere una giusta comprensione delle linee guida per l’ispezione dei ponti e delle infrastrutture in generale, essenziali per un corretto piano di indagine e per una restituzione accurata dei dati”.
La condivisione di svariati metodi di monitoraggio, come quelli accelerometrici, di forza e di spostamento, validi in contesti specifici, ha delineato una convergenza verso un concetto condiviso per cui “ogni opera può essere rappresentata alla pari di un ‘paziente’ che necessita di una cura ad hoc in base alle proprie specificità ed esigenze”. L’ing. Elio Lo Giudice, direttore di Dismat, ha in tal senso sottolineato come l’importanza di un approccio olistico e di una figura di coordinamento che vada oltre la singola specializzazione sia oggi indispensabile per governare la complessità.
Ulteriori approfondimenti hanno riguardato le responsabilità giuridiche nel settore e la presenza congiunta di due legali – uno specializzato in ambito civile e l’altro in ambito penale – conferma la scelta mirata degli organizzatori di offrire una panoramica completa sulle responsabilità a carico delle diverse figure professionali coinvolte.
Non solo fisica e ingegneria.
L’intervento sulla chimica del degrado del calcestruzzo, con particolare riferimento al fenomeno del calore di idratazione del cemento nei getti massivi, ha rimarcato una tendenza diffusa a trascurare l’aspetto chimico nell’ingegneria strutturale.
Carol Li Calzi: “Si privilegiano spesso i calcoli numerici, pur essendo spesso la componente chimica quella maggiormente determinante per l’integrità e la longevità delle opere.
L’eccessivo incremento dei gradienti termici può generare fessurazioni, compromettendo la durabilità del materiale, soprattutto in ambienti ad alta aggressività chimica, come quello marino”.
Un ambiente collaborativo per nuove sinergie
Dalle parole degli organizzatori emerge l’espressa volontà di ricreare un ambiente orientato al confronto. Come?
“Ricreare un’atmosfera più intima e familiare facilita l’instaurarsi di rapporti personali e collaborazioni durature” – Ing. Elio Lo Giudice
Confronti dinamici tra la ‘nuova generazione‘ e la ‘vecchia‘ hanno dimostrato come le nuove metodologie possano collaborare efficacemente con quelle preesistenti. È importante sottolineare che da queste edizioni siano nate numerose collaborazioni dirette tra laboratori, università e imprese. Preziose occasioni di networking e collaborazioni difficilmente reperibili in contesti più grandi e inevitabilmente più dispersivi come le fiere.
Verso la 5a edizione del workshop
Con l’auspicio di riscontrare un crescente coinvolgimento del mondo professionale, gli organizzatori si proiettano già al futuro per esplorare nuove meandri del settore.

“Probabilmente orienteremo il dibattito verso la protezione sismica e l’impiego di materiali innovativi“
— Elio Lo Giudice, Dismat
Il workshop scalda i motori per l’anno prossimo, riproposto probabilmente con la formula dei tre giorni di lavori, adottata quest’anno per fornire maggiore tempo ai relatori e contribuire a un dibattito più profondo e proficuo.
Il nuovo programma sarà progressivamente definito dal comitato organizzativo. Temi nuovi, rinnovati relatori, un’unica costante: l’intenzione di mantenere forte il legame con l’attualità delle infrastrutture.